A proposito di…
Miti antichi e libri d’arte, manichini e maschere, tematiche moderne e viaggio musicale, materia oscura e, in contrapposizione, il preludio alle trasparenze e le trasparenze stesse: la produzione di Gabriella Porpora è difficile da definire proprio perché attraverso tecniche, materiali e percezioni diverse, ci pone di fronte la realtà così com’è: immutabile ma sempre cangiante, solida ma costruita sull’aria.
Gabriella non si è mai fermata davanti alle tradizionali colonne d’Ercole artistiche: è partita da disegno e pittura pura per arrivare ad una scultura od a una tela che riproducono il mondo attraverso oggetti, i segni del percorso che spazia dal passato al futuro, attraverso il presente: suggestioni, ricordi, presentimenti diventano percepibili attraverso velette, piume, carta da musica, così che noi possiamo apprezzare, in un’opera artistica, la leggerezza e la concretezza che accomuna noi esseri umani. E questo perché una mano d’artista ha saputo accostarli a segni, forme, colori che ce li mostrano nuovi; le “cose” non sono l’opera d’arte, sono nell’opera d’arte.
L’unitarietà del tempo, che esiste al di là del nostro soggettivo frazionarlo, è chiara anche nelle tematiche moderne, che racchiudono titoli come “Ab origen”, “Radici” (quanto di più ancestrale esista) ma si volgono al presente ed a un avvenire sempre in costruzione attraverso “Paesaggio strappato” e “Metamorfosi”.
E tutto questo ci viene offerto con una serenità evidente: non c’è l’ansia della ricerca, ma la curiosità appagata, che approda alla composizione del tutto.
Le opere di Gabriella certo non affermano con supponenza chi siamo, ma con sagace e ariosa perizia ci pongono di fronte a molte delle stratificazioni che compongono il nostro esistere; e guardarci ci piace e ci arricchisce.
Prof.ssa Rossella Rossi
English version
Ancient myths and art books, mannequins and masks, modern themes and musical journey, dark matter and, in contrast, the prelude to transparencies and transparencies themselves: Gabriella Porpora’s production is difficult to define precisely because through techniques, materials and different perceptions, places us in front of reality as it is: immutable but always changing, solid but built on air.
Gabriella never stopped in front of the traditional artistic columns of Hercules: she started from pure drawing and painting to arrive at a sculpture or a canvas that reproduce the world through objects, the signs of the path that sweeps from the past to the future, through the present: suggestions, memories, presentiments become perceptible through veils, feathers, music paper, so that we can appreciate, in an artistic work, the lightness and concreteness that unites us human beings. And this is because an artist’s hand has been able to approach them with signs, shapes, colors that show them new to us; the “things” are not the work of art, they are in the work of art.
The unity of time, which exists beyond our subjective fragmentation, is also clear in modern themes, which contain titles such as “Ab origen”, “Radici” (the most ancestral thing that exists) but turn to the present and to a always take place under construction through “Torn Landscape” and “Metamorphosis”.
And all this is offered to us with an evident serenity: there is not the anxiety of research, but the satisfied curiosity, which leads to the composition of the whole.
Gabriella’s works certainly do not affirm who we are with arrogance, but with shrewd and airy skill they place us in front of many of the stratification that make up our existence; and we like it and it enriches us to look at it.
Prof. Rossella Rossi
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